Nei boschi tra Barga e Coreglia, lungo le propaggini dell’Appennino, si trovano oggi i suggestivi resti di un luogo “fantasma”: Bacchionero.
Non un borgo vero e proprio, ma uno dei tanti agglomerati di case che la gente dei nostri monti abitava fino a pochi decenni fa; il suo nome deriva forse dalla presenza in loco di carbonaie. Qui la nobile famiglia Bertacchi di Barga possedeva vari fabbricati e appezzamenti di terreno adibiti alla coltivazione e all’allevamento del bestiame.

Nel 1784 il dott. Anton Filippo Bertacchi decise di erigervi una chiesa, dedicata a San Lorenzo martire, per permettere agli abitanti di partecipare alle celebrazioni. Le genti di monte erano infatti in difficoltà ad assistere alle messe domenicali e festive, in estate perché impegnata in alto, al pascolo, in inverno per le nevicate e le gelate.
L’architrave sulla porta dell’oratorio ricorda l’anno di costruzione dell’edificio di culto, il 1784. I Bertacchi potevano nominare il cappellano, impegnandosi però a mantenere la chiesa, i suoi arredi ed un alloggio ammobiliato per il sacerdote al quale dovevano corrispondere anche la somma di 15 lire annue. In tempi successivi ad officiare l’oratorio fu il parroco di Tiglio (poi di Renaio, quando quella cappellania fu eretta a parrocchia) che vi si recava a piedi per la celebrazione domenicale e per le festività.
La chiesina ha assistito per secoli alla vita semplice di quella povera gente di montagna, scandita dal lavoro e dal ciclo delle stagioni, ma anche a eventi storici tragici come la rappresaglia operata da soldati tedeschi la Domenica delle Palme 1944.
Nel dopoguerra Bacchionero, come molta della montagna barghigiana, ha subito un progressivo spopolamento, fino al completo abbandono. Nella chiesina, ufficialmente chiusa nel 1984, i muri presentano ancora oggi tracce di vecchi stucchi e dipinture; sopra l’ingresso, su un tavolato di legno, rimangono le vestigia dell’organo manuale, acquistato negli anni ’20 con le offerte dei fedeli.
