Lo stretto rapporto che ha legato Barga e Firenze per secoli ha influenzato profondamente la storia, l’arte e la cultura barghigiana. Tutto questo e’ ancora oggi evidente, per esempio, dal particolare stile architettonico di alcuni edifici e dalle molteplici opere d’arte.

Tra queste ultime, quelle senz’altro più raffinate ed affascinanti sono le cosiddette “Terrecotte robbiane”, opere di terracotta policroma invetriata la cui tecnica venne messa a punto da Luca Della Robbia nel 1440 a Firenze.

La tecnica della bottega dei Della Robbia consisteva essenzialmente nella creazione di un rilievo di terracotta che veniva poi rivestito con della ceramica policroma e molto brillante. I colori di base sono tipicamente l’azzurro e il bianco, con aggiunte di altri colori quali il giallo, il verde turchese, il bruno e il nero.

Dalla metà del Quattrocento la tecnica riscosse uno straordinario successo verso tutti gli strati della committenza: dall’alta borghesia, ai grandi ordini monastici, dalle confraternite agli ospedali, fino anche al ceto “popolare”, con prodotti relativamente a buon mercato creati con l’uso di stampi e spesso destinati alla devozione popolare, come i tabernacoli. Grande successo e diffusione ebbero soprattutto le Madonne col Bambino.

A Barga si possono ammirare molte terrecotte invetriate, la maggior parte delle quali attribuibili alla bottega dei Della Robbia mentre altre probabilmente realizzate dai loro maggiori ‘rivali’, i Buglioni.

Il primo luogo da visitare se si voglio ammirare dal vivo queste splendide opere e’ sicuramente la chiesa di S. Francesco situata nei pressi dell’ospedale di Barga. All’interno della chiesa sono presenti ben cinque terrecotte: tre pale d’altare (Stigmate di S. Francesco, Natività, Assunzione) e due statue (S. Andrea, S. Antonio Abate).

Pala delle stigmate di San Francesco

La pala d’altare ricostruisce l’episodio dell’impressione delle stimmate su S. Francesco ritiratosi alla Verna, località isolata vicino ad Arezzo.
La rappresentazione che l’artista fa di Francesco, fra le rocce della Verna, è di una intensità particolare proprio in forza di quella Passio Christi che Francesco ha voluto incarnare.

Pala della Natività

L’opera inscena il classico motivo della natività del Cristo, oltre alla Famiglia Sacra, trovano posto S. Girolamo (a fianco di Giuseppe) e il francescano Michele Turignoli da Barga (a fianco di Maria).
In alto, due angeli suonano il flauto mentre un terzo regge il cartiglio musicale del Gloria in excelsis deo. In basso, nella predella, vi è il Cristo risorto fra Maria e S. Giovanni e ai lati quattro figure in preghiera: S. Antonio da Padova (a sinistra), S. Bernardino da Siena (a destra) e due laici (forse i committenti dell’opera).

Pala dell’Assunzione

L’opera raffigura l’assunzione della Madonna al cielo, la Vergine consegna la cintola a San Tommaso in compagnia dei Santi Francesco d’Assisi, Antonio da Padova, Bernardino da Siena e Bonaventura da Bagnoregio con al centro una tomba marmorea con bianchi gigli.
La Madonna è in alto come seduta in trono circondata da un ovale di piccole testine di angeli con ali marrone chiaro. Chiude la scena su nuvolette una schiera di angeli musicanti.

Statua di S. Andrea apostolo

In questa scultura l’artista robbiano ci presenta un elegante signore dallo sguardo vivo e sapiente
Nelle mani regge un libro e (forse) una croce. L’invetriatura, come sempre, fa risaltare il segno finissimo della scultura ed i colori.

Statua di S. Antonio abate

L’artista robbiano tira fuori dal cilindro della sua personalità geniale la figura di S. Antonio come una specie di monaco piuttosto moderno.

La figura è ieratica con pochi capelli e lunghissima barba. Due occhi marroni sembrano scrutare l’interlocutore; la tunica sotto il mantello è di pelle di pecora marrone, quella pelle con la quale ha voluto essere sepolto nel segno della scelta di povertà. L’artista dimostra quindi di conoscere bene la vita del santo.

Spostiamoci ora all’interno delle mura di Barga e passiamo sotto l’arco della porta principale: porta Mancianella (o Reale). Appena entrati nel castello di Barga, giriamoci all’indietro, sarà infatti possibile ammirare un’altra opera di terracotta posizionata esattamente sopra il culmine dell’arcata interna di Porta Reale.

Proseguiamo il percorso alla scoperta delle terrecotte robbiane di Barga scegliendo la via che sale sulla nostra destra (via del Pretorio). Continuiamo a percorrerla fino ad intravedere la rampa di accesso al Duomo di Barga: sulla nostra destra si trova il conservatorio di S. Elisabetta e l’annessa chiesina. Al suo interno ci attendono altre due meravigliose opere dei Della Robbia.

Madonna col bambino

Questa Madonna mostra lo stile riconoscibile di Giovanni Della Robbia.
L’artista incastona la Madonna col Bambino in un fascio di verde e frutta legato da un cordone azzurro, dove la forza del colore, compreso il fondo blu, ne esalta le forme.

Madonna della cintola

La Vergine ha in mano una cintola verde con nappe gialle, è seduta su di un trono di nuvole racchiusa in un ovale giallo retto da sette angeli.

Più sotto trovano posto i Santi Tommaso apostolo, Giovanni Battista, Elisabetta d’Ungheria, Francesco d’Assisi, Michele Arcangelo e Antonio da Padova. Come è costume nella Firenze del tempo, anche i Buglioni ricalcano gli stilemi robbiani.

E’ finalmente giunto il momento di visitare il culmine della storia, della cultura e dell’arte di Barga: il Duomo di S. Cristoforo. L’imponente edificio, unico nel suo genere, racchiude al suo interno molteplici opere d’arte tra cui ben tre opere di terracotta invetriata, posizionate tutte nella cappella absidale, si tratta di un’Adorazione del Bambino, un Ciborio per gli oli santi e una grande terracotta raffigurante la Madonna con bambino fra i santi Sebastiano e Rocco (opera incompleta).

Adorazione del Bambino

Si tratta di una delle più antiche acquisizioni robbiane di Barga. Nell’opera viene rappresentata l’adorazione del Bambino fra quattro angeli oranti.
sulla cornice ghirlanda di fiori e frutta, tre cherubini e mensola con cherubino e cornucopie con foglie e frutta.

Ciborio per gli oli santi

L’opera è ispirata al tabernacolo di Desiderio da Settignano esistente nella Chiesa di S. Lorenzo in Firenze, Probabilmente questo ciborio non è stato mai usato per l’Eucarestia, semmai più facilmente per gli Oli santi.
Consiste in un ciborio con angeli reggicortina, fra due angeli cerifori. Nella lunetta Gesù Bambino benedicente fra angioletti oranti. Mensola con cherubino e cornucopie.

Un’altra copia quasi identica (ma peggio conservata e mancante di più pezzi) e’ conservata nel Museo Nazionale di Arte Antica di Lisbona, questo conferma il fatto che le terrecotte venivano eseguite per mezzo di stampi.

Madonna con bambino fra i santi Sebastiano e Rocco

L’opera non è finita ed è incompleta, in origine era collocata nel chiostro esterno del Convento di S. Francesco, trasferita poi nella sua attuale collocazione nel 1936.

Non si hanno notizie certe circa l’autore ma sembra che abbia realizzato l’opera intorno al 1527-28 nel periodo in cui imperversava la peste e venivano quindi frequentemente realizzate opere raffiguranti S. Rocco e S. Sebastiano. Al centro dell’opera troneggia la Madonna, con la mano destra tiene un libro mentre con la mano sinistra (mancante) avrebbe dovuto sorreggere il Bambino, purtroppo anch’esso assente.

Il nostro itinerario tra le terrecotte robbiane di Barga e’ concluso, ma esiste in realtà ancora un luogo che dovreste visitare! uscendo dal Duomo di Barga, girate a destra e in fondo al vasto prato verde, troverete il Palazzo del Podestà, l’antica residenza dei governatori fiorentini inviati a Barga. Al suo interno e’ oggi allestito il Museo Civico ‘A. Mordini’, visitatelo per scoprire di più su come venivano realizzate queste splendide opere di terracotta.

– fonti, Wikipedia (voce, Terracotta invetriata) e Pensieri di contemplazione, S. Baldisseri, Barga, Centro studi francescani, 2009

– foto credit: Massimo Pia

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