Se esiste un luogo dove si respira e si tocca con mano la poesia, questo è il territorio di Barga. A far salire alla ribalta letteraria nazionale questa parte della Toscana fu il poeta Giovanni Pascoli che nel 1895 decise di stabilirsi nella frazione rurale di Castelvecchio, sua dimora fino alla morte nel 1912.
Nella suggestiva Valle del Serchio, incastonata tra gli Appennini e le Alpi Apuane, Pascoli coltivò il suo amore per la lingua italiana e per la poesia latina, dando alla luce le sue opere più importanti. Il luogo e i suoi abitanti gli furono fonte di ispirazione continua: le persone che Pascoli frequentava più volentieri erano quelle di campagna, di cui studiò gli usi e le tradizioni, analizzò i problemi di particolare risonanza sociale e umana come l’emigrazione, assorbì il linguaggio parco e ricco di metafore trasferendolo poi nella poesia.
Il percorso pascoliano “Sulle orme del Poeta” nasce con l’intento di valorizzare i riferimenti geografici, linguistici e culturali locali di cui è intrisa la sua opera: un percorso che mette in evidenza i collegamenti tra Pascoli e la terra che scelse di abitare, favorendo al contempo la mobilità a piedi, nell’ottica di un turismo sostenibile.
L’itinerario denominato “Barga Castello”, di durata di circa trenta minuti, si snoda all’interno del centro storico di Barga, ripercorrendo i luoghi significativamente legati al poeta, contrassegnati da targhe informative in due lingue.
1. Il bastione del Fosso e il monumento ad Antonio Mordini
Il piazzale antistante Porta Reale è chiamato dai barghigiani Il Fosso (qui si trovava anticamente il fossato difensivo che circondava il borgo, colmato in questa parte nel 1834 con l’attuale piazza) ed è oggi dominato dalla statua di bronzo dell’on. Antonio Mordini, nato a Barga, grande protagonista del Risorgimento italiano e in seguito senatore del Regno d’Italia. Giovanni Pascoli giunse a Barga per la prima volta il 15 ottobre 1895 e fu accolto con calore dai notabili della città, tra i quali il Senatore Mordini. Per l’inaugurazione del monumento, il 28 agosto 1905, Pascoli pronunciò un discorso commemorativo.
2. Palazzo Balduini
Adolfo Balduini (Altopascio, 1881 – Barga, 1957) pittore, scultore e xilografo attivo a Barga, a cui Maria Pascoli affidò il compito di affrescare la cappellina dove riposa il Poeta che ospita due inginocchiatoi da lui intagliati.
3. Chiesa e Convento di Sant’Elisabetta
Il convento, fondato nel 1454 dal Beato Michele da Barga (al secolo Benedetto Turignoli), nel 1506 fu corredato di una piccola chiesa (contiene tutt’ora pregiate terracotte robbiane) ed ospitava un nutrito gruppo di suore di clausura. Nel 1788 venne trasformato dal Granduca Pietro Leopoldo in istituto per l’educazione delle giovanette e in seguito anche con l’obbligo dell’istruzione elementare per le figlie del popolo: qui Pascoli fece visita nelle vesti di ispettore per conto del Ministero dell’Istruzione nel 1901. Si tramanda nei racconti dei barghigiani che il Poeta ebbe a definire questo istituto “la fucina delle maestrine di montagna”.
4. Casa Salvi e Casa Magri
La casa della famiglia Salvi, di cui Giovanni Pascoli era amico, ha sulla facciata una targa in bronzo dello scultore Romanelli, recante un’epigrafe dettata dal poeta. Salvo Salvi impersonò, per il Pascoli, la semplice e laboriosa Barga che lui prediligeva. Il figlio di Salvo, Giuseppe, fu il legale del Poeta.
Contigua a casa Salvi è la casa della famiglia Magri. Vincoli di stima e amicizia legarono Giovanni Pascoli ai fratelli Magri: Luigi, fisico; Giuseppe, chimico; Alberto, pittore. Quest’ultimo interpretò magistralmente nei temi e nella forma espressiva delle sue opere, lo spirito più autentico della poesia pascoliana.
5. Il Duomo di Barga
La chiesa di San Cristoforo, l’edificio religioso più importante di Barga, è stata costruita in tempi diversi. La primitiva costruzione risale a prima dell’anno 1000. Negli ampliamenti successivi si evidenziano elementi architettonici e decorativi di suggestiva bellezza che vanno dal romanico al gotico. Con la realizzazione delle due cappelle laterali e del coro nel XVII secolo, si completa la costruzione della chiesa. L’interno del duomo è a tre navate e presenta trasversalmente uno sbarramento marmoreo formato da lastre di marmo rosso riquadrate da marmo bianco decorato, al quale si appoggia senza soluzione di continuità il magnifico pulpito marmoreo, opera dei maestri comacini, che viene attribuito alla scuola di Guido Bigarelli da Como (XIII secolo).
Sulla porta del campanile troviamo una scritta che ben sintetizza lo spirito con cui gli abitanti del borgo edificarono il duomo: “al tempo dei tempi avanti il mille, i barghigiani campavano rosicchiando castagne, e fecero il duomo. dicevano: benedetta liberta’! ma il duomo ha da essere grande, col piu’ bel pulpito di marmo che si possa vedere. dicevano: piccolo il mio, grande il nostro!”
(il testo è tratto dal discorso pronunciato dal Poeta per l’inaugurazione del monumento a Mordini). Il suono delle campane del duomo, arrivando fino a Castelvecchio, ha ispirato al Poeta la famosa poesia “L’Ora di Barga”.
6. Piazza Salvo Salvi o del Comune
Su un lato di questa piazza fu eretta nel 1548 una colonna recante all’estremità lo stemma del casato Medici, in omaggio a Cosimo I, in visita a Barga. Oggi è dedicata a Salvo Salvi, garibaldino, sindaco di Barga, saggio amministratore, che ebbe con Giovanni Pascoli rapporti di stima e sincera amicizia tanto che il 20 settembre 1905, nel teatro dei Differenti, il Poeta commemorò l’amico con un discorso dal titolo: “L’uomo giusto di Barga”. Qui il 10 settembre 1911 Pascoli tenne un discorso politico in occasione delle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Provinciale, durante il quale affermò: “Barga è la patria di quasi tutta l’opera mia, quel che ella valga, il mio nome è indissolubilmente legato a quelli di Barga e Castelvecchio”.
7. Il Caffè Capretz
Ricavato da quella che era l’antica loggia dei mercanti (seconda metà del ‘500), il caffè era gestito da Italiano Capretz quando Pascoli giunse per la prima volta a Barga. Numerose lettere e cartoline del Poeta, a lui indirizzate, testimoniano l’affettuosa amicizia che li legò. Su una colonna che sorregge l’arcata frontale è posto il “Marzocco” in pietra, simbolo della potestà fiorentina su Barga. In questo caffè, la sera del 28 ottobre 1905, in un clima di grande cordialità, presenti gli amici e i personaggi più in vista della vita barghigiana e la sorella Mariù, si tenne un banchetto per festeggiare il Poeta che partiva per Bologna dove avrebbe ricoperto, all’Università, la cattedra che era stata del Carducci. Sulla terrazza troviamo anche un’epigrafe dettata dal Poeta.
8. Piazza Angelio
La piazza è dedicata a Pietro Angeli (1517-1596), umanista, poeta, precettore di Ferdinando I de Medici; il suo busto marmoreo, opera di Guglielmo Topi, osserva dall’alto i passanti: fu inaugurato il 27 settembre 1896 e in questa occasione Pascoli pronunciò il celebre discorso “Il Bargeo”.
9. Il teatro dei Differenti
Il 23 aprile 1688 si costituì a Barga un’accademia che prese il nome di Accademia dei Differenti. Per poter svolgere l’attività recitativa, alcuni accademici decisero di edificare un teatro, che successivamente venne ampliato e ristrutturato: l’inaugurazione avvenne il 25 luglio 1795. Il Teatro ha avuto l’onore di assistere alla rappresentazione de Il sogno di Rosetta, unico tentativo operistico del poeta. Pascoli, da sempre desideroso di veder musicati i suoi versi, riuscì nell’impresa nel 1905, affidando un suo libretto al musicista spezzino cieco Carlo Mussinelli: il “Sogno” fu rappresentato a Barga ma non ebbe altra risonanza se non locale. Qui, Pascoli fece la sua ultima uscita ufficiale, nel pomeriggio del 26 novembre 1911, già provato dalla malattia, Giovanni pronunciò l’orazione “La grande proletaria s’è mossa”, a sostegno della guerra di Libia. All’esterno del teatro ne troviamo una targa commemorativa.
Al “Differenti” si tenne anche una solenne commemorazione per il poeta, a cui prese parte, tra gli altri, Giacomo Puccini.
10. Casa Cordati
Pascoli ammirava la bravura del giovane artista Bruno Cordati, tanto che gli aveva ordinato di eseguire un affresco raffigurante un trofeo vegetale sul muro interno del giardino della casa di Castelvecchio.
Al pennello di Bruno Cordati, artista barghigiano tra i più noti, si deve uno dei ritratti del poeta tra i più diffusi, il cui originale si trova nella sala di Palazzo Pancrazi ove si svolgono i Consigli Comunali.
11. Palazzo Mordini
Qui nacque Antonio Mordini, garibaldino, la cui statua abbiamo visto, arrivando, dominare il piazzale del fosso. Il palazzo, di proprietà della famiglia fin dal 1700 contiene uno dei più importanti archivi privati sul Risorgimento italiano. Da notare, sulla facciata, lo stemma della famiglia ed una targa di bronzo con un Bollettino della Vittoria a chiusura della Prima Guerra Mondiale.
12. Villa Caproni
La villa che si trova all’inizio di via San Francesco apparteneva al dottor Alfredo Caproni, amico fraterno del poeta prima che suo medico curante e nipote di Bartolomeo (quest’ultimo meglio conosciuto e citato più volte da Pascoli come zi’ Meo). Il Poeta fu spesso ospite della famiglia Caproni e da questa casa si recò al teatro dei Differenti per pronunciare il 26 Novembre 1911 “La Grande Proletaria”.
13. L’ospedale di San Francesco
Giovanni Pascoli fu sempre sensibile al problema della sanità e a proposito del nostro ospedale disse che era una delle cose buone e gentili possedute da Barga. Nella “Lettera agli amici di Barga” (1907) così si esprimeva in proposito: “… ma sapete voi qual è delle cose buone di questi posti, la più buona e la più bella? Lo spedalino!… Un modello di modernità, una provvidenza per i miseri, un onore per il paese! Ebbene, è anche (tutti lo sapete) un miracolo d’amore!”. Nel vestibolo dell’ospedale è riportato un distico latino del Poeta: aegroti debent auris artiique salutem et donaturo quantulacumque tibi. [I malati sono debitori della loro salute all’aria buona e alla scienza medica, e anche a te, per la tua offerta, modesta che sia].
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