Barga|

Ricorre il 26 Novembre 2021 il centodecimo anno dal celebre discorso “La grande proletaria s’è mossa”, pronunciato dal poeta Giovanni Pascoli presso il Teatro dei Differenti il 26 Novembre del 1911, che fu poi pubblicato su La Tribuna il giorno successivo. Fu proprio il Teatro barghigiano, all’epoca già attivo da diversi secoli, il luogo in cui il Pascoli pronunciò il celeberrimo discorso, con il proposito di esprimere la propria posizione riguardo la guerra italo-turca che si stava combattendo in quei mesi.

La guerra, intrapresa dal Regno d’Italia contro l’Impero Ottomano alla fine del settembre del 1911 e conclusasi nell’ottobre dell’anno successivo, aveva lo scopo di conquistare le regioni della Tripolitania e della Cirenaica, nel Nord Africa. All’epoca la situazione socio-politica non era delle migliori: moltissimi italiani si trovavano costretti ad emigrare per trovare un lavoro dignitoso, ma purtroppo venivano spesso trattati come schiavi. Il Pascoli, si sofferma molto su questo argomento:

“Erano diventati un po’ come i negri, in America, questi connazionali di colui che la scoprì; e come i negri ogni tanto erano messi fuori della legge e della umanità, e si linciavano. […] Ma la grande Proletaria ha trovato luogo per loro: una vasta regione bagnata dal nostro mare, verso la quale guardano, come sentinelle avanzate, piccole isole nostre; verso la quale si protende impaziente la nostra isola grande; una vasta regione che già per opera dei nostri progenitori fu abbondevole d’acque e di messi, e verdeggiante d’alberi e giardini; e ora, da un pezzo, per l’inerzia di popolazioni nomadi e neghittose, è per gran parte un deserto. Là i lavoratori saranno, non l’opre, mal pagate mal pregiate mal nomate, degli stranieri, ma, nel senso più alto e forte delle parole, agricoltori, sul terreno della patria; non dovranno, il nome della patria, a forza, abiurarlo, ma apriranno vie, coltiveranno terre, deriveranno acque, costruiranno case, faranno porti, sempre vedendo in alto agitato dall’immenso palpito del mare nostro il nostro tricolore.”

Dal discorso del Pascoli, di cui abbiamo riportato un frammento sopra, si può comprendere a fondo l’ideologia che il poeta riservava alle circostanze socio-politiche dell’epoca: la situazione era grave e, considerando che, una volta conquistata, la Libia sarebbe stata parte dell’Italia, la guerra veniva vista dal Pascoli come una necessità per risolvere l’urgenza dell’emigrazione e della schiavitù subita dagli italiani; la guerra venne quindi presentata dal poeta come un atto di difesa, come una mossa necessaria e giustificabile.

La Grande Proletaria si è mossa”, frase con cui il poeta apre il suo discorso, si riferisce proprio ai cittadini, ai proletari che si sono attivati con lo scopo di migliorare la propria condizione. Il Pascoli esprime poi il proprio rispetto ai feriti e ai morti in guerra, morti per la propria patria e per rendere l’Italia migliore.

Infine, è importante ricordare come il Pascoli faccia riferimento all’Italia come a un unico Stato, senza distinzioni tra Nord e Sud, uno Stato che si deve unire per uno scopo comune, cosa che all’epoca non era scontata:

“Chi vuol conoscere quale ora ella è, guardi la sua armata e il suo esercito. Li guardi ora in azione. Terra, mare e cielo, alpi e pianura, penisola e isole, settentrione e mezzogiorno, vi sono perfettamente fusi. Il roseo e grave alpino combatte vicino al bruno e snello siciliano, l’alto granatiere lombardo s’affratella col piccolo e adusto fuciliere sardo; i bersaglieri (chi vorrà assegnare ai bersaglieri, fiore della gioventù panitalica, una particolare origine?), gli artiglieri della nostra madre terra piemontese dividono i rischi e le guardie coi marinai di Genova e di Venezia, di Napoli e d’Ancona, di Livorno, di Viareggio, di Bari.”

Concludiamo considerando come il Pascoli, da un lato estremamente affezionato al suo piccolo nido, alle piccole e semplici cose che per lui hanno un valore inestimabile, si sia interessato anche a temi di elevata importanza e abbia deciso di esprimere la propria opinione riguardo un tema tanto delicato come quello di una guerra coloniale e l’interesse politico-sociale della Nazione.

SITOGRAFIA

  • http://www.comune.bologna.it/iperbole/llgalv/iperte/colonialismo/libri/proletaria.htm (ultimo accesso 4/11/2021)
  • https://it.wikipedia.org/wiki/La_grande_proletaria_si_%C3%A8_mossa (ultimo accesso 4/11/2021)
  • https://it.wikisource.org/wiki/La_grande_proletaria_si_%C3%A8_mossa (ultimo accesso 4/11/2021)
  • http://www.andreaconti.it/alternat/storia06.html (ultimo accesso 4/11/2021)
  • https://www.viv-it.org/index.php?q=schede/grande-proletaria-si-%C3%A8-mossa-pascoli-pubblico-e-privato (ultimo accesso 4/11/2021)
  • https://www.britannica.com/event/Italo-Turkish-War (ultimo accesso 4/11/2021)

— Articolo di Margherita Paolinelli

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